Dicembre. Un sabato mattina come tanti: sveglia alle 7, colazione veloce e via di corsa per la scuola. Tempo decisamente di merda: piove, tira vento e fa un freddo boia.
Dopo una litigata con il babbo, la nostra eroina scende le scale e si avvia verso il liceo. Dieci minuti a piedi, non di più, ma il freddo, il litigio e la prospettiva di una lunga giornata chiusa a scuola la indispongono non poco.
A circa metà strada, il cellulare inizia a trillare: messaggio. Senza fermarsi lei tira fuori il telefonino di tasca e lo legge. Forse Nadia, forse Mary, pensa. Invece l'sms recita:
Ciao, sei stata scelta per l'appuntamento al buio
di quest'oggi: ricreazione, vieni nel cortile della presidenza.
Non sono un maniaco, non preoccuparti
Ovviamente, il numero è sconosciuto. All'inizio lei non ci pensò: arrivata a scuola fece leggere il messaggio alle sue più care amiche, ridendoci su anche per quella ridicola prima parte...appuntamento al buio di oggi!
Ma sotto sotto inizia a rifletterci su.
Le ore passavano, interminabili: forse c'era greco, forse latino...e si avvicinava l'ora X.
"Ci vado" disse infine, quasi allo scoccare della seconda campanella che avrebbe sancito la fine dell'intervallo. "Ci vado", più a se stessa che a Nadia o Mary.
Curiosità, eccitazione, stupore, voglia di vedere chi 'azzo fosse questo qui. Quindi si presenta al posto stabilito, e...
NON CI TROVA NESSUNO!
"Che scema che sono, probabilmente è uno scherzo...se becco il figlio di su' mamma che fa questi scherzi lo fò nero!" E rientra in classe, dove ad attenderla c'erano due belle ore di italiano...o era storia? Chissà...
Messaggio!
Ma non è lui. E' forse qualche altro sfigato, ora non è importante. Decide di non pensarci più, ma per sfizio manda un messaggio al misterioso latin lover:
Paura, eh?
Stupida, sciocca e presuntuosa, ma lei era così. Era...
Dopo un po' di tempo, non è importante quanto, la vibrazione annuncia la risposta.
Si, e pure tanta. Scusami
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Ma chi sei?
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Un'ammiratore segreto!
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NB: quest'ultima parte è una ricostruzione, non si ha la certezza che le parole siano state proprio quelle riportate. Ma il senso è lo stesso.
La stessa sera, anzi tardo pomeriggio...
era una di quelle sere in cui lei non usciva. Non accadeva spesso, di solito un giro ci scappava sempre. Oppure c'era danza. Il babbo era ancora al lavoro, la mamma era fuori. La sorella e il fratellino erano invece in casa.
Citofono.
Fioriiiiiii
Fiori?! Per chi?
Erano per lei. Nessuno le aveva regalato fiori. Nessuno, fino a quel momento.